Charlotte. Primo amore, primo concorso by Nele Neuhaus

Charlotte. Primo amore, primo concorso by Nele Neuhaus

autore:Nele Neuhaus [Neuhaus, Nele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2022-12-08T00:00:00+00:00


Quando la sera mi stesi sul letto a riflettere sui sogni in generale e più nello specifico sui miei, mi resi conto che un po’ alla volta i miei desideri più grandi si erano davvero realizzati. Avevo sognato di avere un cavallo mio, e avevo ricevuto Won Da Pie. Avevo sognato di vincere un concorso di salto, e avevo vinto la mia primissima gara di livello facile. Avevo sognato che io e Stefan ci baciassimo, e adesso era il mio ragazzo e mi baciava non appena gli si presentava l’occasione.

Però c’erano così tante persone i cui sogni non si realizzavano mai. Da che cosa poteva dipendere? Che io avessi qualche capacità magica di cui non sapevo nulla? Le mie riflessioni furono interrotte da una chiamata di Stefan. Quel giorno non ci eravamo visti, perché lui aveva cavalcato al mattino, visto che al pomeriggio lavorava. Durante le vacanze quattro volte la settimana dava una mano a un fruttivendolo che lo pagava otto euro e cinquanta l’ora.

«Allora, che stai facendo?» mi domandò.

«Sono sul mio letto e penso ai sogni che si realizzano» risposi.

«Oh, molto filosofico». Sentii dalla voce che sorrideva.

«Da cosa dipende il fatto che i miei sogni si realizzino e invece quelli di tanti altri no?» gli chiesi. «Forse sono una strega».

«Spero di no» rispose lui divertito. «Probabilmente dipende solo dal fatto che la maggior parte della gente desidera cose del tutto irrealistiche che non potranno realizzarsi mai. Per esempio, se sei stonato come una campana e desideri vincere X Factor, sai già come andrà a finire. È da sciocchi, come sognare di avere una storia d’amore con una star del cinema».

«Mmm. Non hai tutti i torti» concordai. «Ma comunque, non avrei mai creduto possibile che un giorno avrei avuto un cavallo mio e avrei vinto una gara. O che sarei stata la tua ragazza».

Era straordinario, tutto quello che riuscivo a discutere al telefono con Stefan. Quando lo avevo davanti in carne e ossa, il più delle volte mi mancavano le parole.

«Perché, sognavi anche questo?» mi chiese.

Ecco, ora ero nei pasticci.

«Be’, non tanto quanto il cavallo» minimizzai, e Stefan scoppiò a ridere. «Va bene, d’accordo, più o meno. Da quella riunione del direttivo. Hai capito quale».

«Sì, ho capito perfettamente». Di colpo la sua voce cambiò. «Non dimenticherò mai quella sera, perché è stato allora che ho capito di essermi innamorato di te».

Per un attimo la sua sincerità mi lasciò senza parole e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Uff, e adesso che cosa dovevo rispondere? Fu mia sorella a togliermi senza volere dall’imbarazzo spalancando la porta della mia stanza.

«È pronta la cena!» gridò, e richiuse la porta con un tonfo.

«Scusa, ma devo lasciarti» dissi a Stefan.

«Oh, no, ti prego» rispose, e capii che la mia frase poteva risultare ambigua.

«Ovviamente solo per oggi». Risi. «Anche se potrei rimanere a parlare al telefono con te ancora per ore».

«È lo stesso anche per me. Ci vediamo domani alla scuderia?»

«Sì. Ho lezione al mattino».

Ci salutammo e io mi ritrovai a fluttuare su quella nuvoletta rosa, come mi succedeva così spesso negli ultimi tempi.



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